Messaggio di Mons. Michele Tomasi, vescovo di Treviso,
in occasione della celebrazione in Diocesi
per l’apertura del Sinodo dei Vescovi
e del Cammino Sinodale della Chiesa italiana
(Tempio di San Nicolò, 17 ottobre 2021)
Papa Francesco ha convocato tutta la Chiesa, ogni Diocesi e comunità, ogni parrocchia del
mondo, per ascoltare le esperienze, i successi e i fallimenti, le difficoltà e i momenti di gioia
di una Chiesa che vuole camminare insieme, guidata, sorretta ed accompagnata dal suo
Signore. Per questo ci invita, tutti, a prendere la parola per raccontare come stiamo vivendo
il nostro essere Chiesa, oggi, nella situazione concreta del nostro tempo e della nostra terra.
Noi rispondiamo volentieri, per dare il nostro contributo di Chiesa trevigiana alla Chiesa
italiana ed universale: il Papa potrà partire nei prossimi anni anche dal nostro racconto per
dare nuove indicazioni di percorso e nuovi stimoli vitali affinché la fede in Dio diventi
un’esperienza viva per i cristiani, e per mezzo loro per tutto il mondo, affamato ed assetato
di bene.
È un grande atto di fiducia di papa Francesco: fiducia nei confronti dello Spirito Santo che
continua a parlare e ad operare nella storia degli uomini e del mondo intero. Fiducia anche
in ciascuno e ciascuna di noi e nelle nostre comunità cristiane. Egli ritiene infatti che siamo
capaci di annunciare e di vivere il Vangelo, e che abbiamo desiderio di lasciarci afferrare,
muovere e trasformare dallo Spirito di Dio, per vivere davvero la nostra vita da discepoli di
Cristo. Fiducia, perché il Papa crede che siamo ancora in grado di lasciarci convertire dal
Vangelo, di lasciarci ancora stupire dalla bellezza della Buona notizia che il Signore Risorto
ha vinto la morte, ha abbattuto ogni muro di inimicizia e vuole rendere la nostra vita un
capolavoro di armonia, di collaborazione, di cura reciproca, di felicità.
Non c’è bisogno di aspettare tempi migliori: tutto questo è possibile oggi, malgrado le
difficoltà che stiamo vivendo, anzi, proprio in questo nostro tempo. È proprio in una
situazione confusa, incerta e difficile che il Vangelo ritorna ad essere parola viva. Questo
avverrà, a patto che il nostro “prendere la parola” sia preceduto ed accompagnato da un
ascolto attento, aperto, disponibile e sincero di quanto stiamo vivendo. Ascolto delle vere
domande del nostro tempo, dei nostri contemporanei, di noi stessi, delle nostre paure come
dei nostri sogni più belli. È quanto mai necessario ascoltare chi pone domande essenziali e
pressanti: di accoglienza, di bisogni fondamentali, di cura, di attenzione. Ascoltare chi si
sente escluso, chi vorrebbe sentire da noi parole nuove e vedere in noi atteggiamenti nuovi,
nuovi stili di vita. Ascoltare anche chi non si aspetta proprio nulla da noi.
La Diocesi di Treviso ha compiuto di recente un Cammino sinodale, che ci ha consegnato
alcune scelte, sulle quali nel periodo prima della pandemia un gran numero di comunità si
era concentrato, intraprendendo interessanti cammini di rinnovamento: la scelta chiave
della valorizzazione dei consigli a tutti i livelli, l’accoglienza e l’integrazione delle nuove
coppie e famiglie nel tessuto comunitario, la ricerca e l’attuazione di stili di vita più conformi
al Vangelo, la capacità di farsi prossimo nei confronti di tutti i colpiti dalla vita.
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