Deceduto l'abate Porta, mons. De Luca, vescovo di Treviso, nomina don Giovanni Antonio Pezza parroco di Maerne. Il nuovo pastore è nato a Mestre nel 1708, primo di tre fratelli e proviene da Santa Maria di Salvatronda,.dove è stato parroco per sette anni.
A Maerne si dedica attivamente e con zelo alla cura delle anime, profondendo le sue energie nelle opere di fede ed in molti lavori di restauro ed abbellimento della chiesa, per i quali spende anche molto del suo.
Fa rimodernare la facciata del tempio arricchendola di marmi e statue; nella navata di mezzo commissiona un affresco a Francesco Zugno, raffigurante Gesù Cristo che porge le chiavi a San Pietro.
Costruisce la sacrestia ed il nuovo pavimento del coro chiudendolo con balaustre di marmo di Carrara e riordina i paramenti sacerdotali facendone confezionare di nuovi.
113 maggio 1769, dopo aver convocato una "vicinia" alla quale partecipano oltre duecento capifamiglia della parrocchia, si delibera di commissionare un nuovo organo a Nicolò Moscatelli, uno dei più valenti organari veneziani, allievo del Nacchini. Il nuovo strumento verrà alloggiato in una preziosa cassa dipinta e decorata con stucchi e posta nella cantoria costruita appositamente per l'occasione nella navata centrale della chiesa.
Per i suoi meriti in campo pastorale e per la condotta esemplare che gli valgono un profondo affetto da parte dei parrocchiani, don Pezza viene insignito del titolo di Arciprete dal vescovo Paolo Francesco Giustiniani, venuto a Maerne il 14 ottobre 1777 e, di tale titolo, si onoreranno anche la chiesa ed i successori in avvenire.
Francesco Scipione Fapanni, nelle sue "Memorie", ci offre un resoconto piacevole dell'avvenimento seguito da un interessante ritratto del parroco Pezza.
"L'anno 1777 il vescovo Paolo Francesco Giustiniani si portò in visita a
Maerne. In detta visita restò pienamente consolato del popolo di Maerne, avendo trovato la Chiesa ben ammobiliata, e così la sagrestia provveduta di paramenti sacri. In tale incontro decorò del titolo arcipretale il parroco Giovanni Antonio Pezza: e ciò fu in un brindisi durante il pranzo, chiamando lo Arciprete.
Allora tutta la comitiva applaudì; si suonarono a doppio le campane, si fecero sbari di mortaretti e si udirono gli evviva di tutti gli abitanti della villa. (...) Il vescovo Giustiniani protestava che teneva il Pezza fra i migliori parroci della diocesi. Egli ragionava così bene che dava sommo piacere a chi lo ascoltava. Era di somma urbanità, come fosse vissuto in corte di principi. Era amato e temuto dai suoi parrocchiani, ai quali si imponeva con la sua presenza. Pareva la sua faccia quella di un San Giovanni Evangelista e santi erano i suoi costumi.
Eccellente predicatore dall'altare, era ascoltato da tutti con piacere. Le feste, alla sua messa ed al catechismo, avea la chiesa piena di gente; era zelantissimo nel vigilare gli andamenti de' suoi parrocchiani.
Procurava che nelle famiglie i figli fossero in letti e in camere separati dalle figlie; andava di persona dai suoi parrocchiani, li ammoniva con carità e li sovveniva con denaro se erano ammalati. Spendeva..senza risparmio nel vestire i poveri e preferiva di far la carità ai poveri vergognosi".
Dopo trentotto anni di feconda permanenza nel paese di Maerne, don Pezza muore il 30 gennaio 1788 "dopo otto giorni di febbre e il di lui cadavere fu sepolto in questa chiesa presso l'altare della Beata Vergine, coll'intervento di tutta la Rev.da Congregazione dei Parrochi".
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